L'endodonzia
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I materiali usati per le terapie endodontiche, sono gli stessi che venivano usati circa 50 anni fa, semplicemente più evoluti: vengono ancora utilizzati cementi endodontici e coni di guttaperca per chiudere i canali all'interno dei quali decorrevano i nervi dentali.
La strumentazione, invece si è fortemente evoluta, portando alla possibilità dell'utilizzo di strumenti rotanti in titani per l'alesatura dei canali e l'utilizzo di impendenziometri per misurare la lunghezza della radice del dente.
Un dente che necessita di terapia endodontica è solitamente un dente fortemente compromesso da un processo carioso e pertanto alla fine della terapia endodontica, esso è quasi sempre ricostruito per oltre il 50% della sua superficie e pertanto è utile il rivestimento di tale dente trattato con una corona, in modo da proteggerlo da eventuali future fratture.
Endodonzia
Il ritrattamento endodontico
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Capita talvolta che un elemento dentale devitalizzato possa presentare piccoli granulomi apicali o creare un ascesso a distanza di anni, causati di solito da infiltrazioni batteriche non prevedibili.
In tali casi, in alcune situazioni, si riesce comunque a salvare la radice dentale effettuando un cosiddetto "ritrattamento", cioè il dente viene riaperto, i suoi canali ripuliti totalmente un'altra volta e, successivamente, risigillati.
La percentuale di successo dei ritrattamenti in letteratura è variabile a seconda della gravità della lesione e va dal 90% al 40% a seconda dei casi. E' quindi opportuna un'attenta valutazione e diagnosi da parte del professionista in questi casi che vi consiglierà per il meglio.